giovedì, dicembre 20, 2007

Aver fede nel Gohonzon.



"Questo Gohonzon è l'essenza del Sutra del Loto, l'occhio di tutte le scritture. E' come il sole e la luna nel cielo, come un gran re sulla terra. E' come il cuore di un uomo, come la gemma che esaudisce i desideri, come il pilastro di una casa."

(Scritti di Nichiren Daishonin, volume 7, pagina 245 - edizioni Esperia)


Il centro: Nichiren, in questo suo scritto, sta indicando il Centro e il suo simbolismo. Il centro di tutte le scritture, il nucleo del Cielo, della Terra, il centro dell'uomo - il suo cuore, quello del desiderio - l'esaudimento, il centro di una casa - il pilastro, la trave maestra... questo è il Gohonzon, che anche nel nome oltre che "oggetto di culto" significa essenza originaria. Certamente senza un centro la nostra esistenza è dispersa e frammentata, instabile, incomprensibile. Trovare il centro significa acquisire stabilità, orientamento, forza, ordine, comprensione. Tutte le religioni cercano questo nucleo e lo fanno in modo diverso. Il buddismo non teorizza in modo particolare su questo cuore delle cose e dell'uomo, non gli conferisce attributi, non lo personalizza. Cuore, pilastro, re, occhio, non sono attributi, bensì indicazioni, analogie. Il buddismo percepisce che c'è, lo indica quale possibile meta, quale esperienza accessibile all'uomo. Nichiren lo dipinge, lo scrive, traccia il suo mandala, il Gohonzon, che ne è la mappa simbolica. La mappa della vita stessa. Perché questo nucleo, questo centro, è la vita, è la Legge Mistica, è la realtà fondamentale.
Non è teoria, semmai è fede. La fede ce la fa intuire, la pratica ce la fa toccare con mano, con il cuore. In piccola o grande misura, con piccole o grandi illuminazioni, recitare Nam-Myoho-Renge-Kyo davanti al Gohonzon equivale a trovare il centro. Non quello di qualcun altro, non qualcosa di esterno. No: il proprio.

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