mercoledì, novembre 15, 2006

Sulle preghiere.


"Può accadere che uno miri alla terra e manchi il bersaglio, che qualcuno riesca a legare i cieli, che le maree cessino di fluire e rifluire o che il sole sorga ad ovest, ma non accadrà mai che la preghiera di un devoto del Sutra del Loto rimanga senza risposta."
Dal Gosho: "Sulle preghiere" (Gli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 9,pag.182-3 - Esperia)
La locuzione "devoto del Sutra del Loto" indica, in questo contesto, un seguace del buddismo insegnato da Nichiren Daishonin - e questo è il senso evidente, ma anche il più letterale e di superficie. Per andare più a fondo è necessario specificare che nella Tradizione orientale - e non solo - il Loto è un simbolo (inteso come percezione concreta di una realtà, di un ente che travalica i comuni termini concettuali) del Cosmo, dell'Ordine Universale e della Legge di Causa ed Effetto. "Sutra", oltre ad indicare un Testo o un insegnamento sapienziale del Budda, ha in sè il significato etimologico di "ordito, trama, intessitura". Il termine giapponese "Kyo" con il quale viene tradotto il sanscrito "Sutra" vuole anche indicare il suono. Ricordiamo ancora una volta come nella Tradizione il "suono" (sanscrito Shabda) sia sinonimo di Logos, di energia o idea creatrice alla base della manifestazione universale. "Sutra del Loto" dunque, tenendo presenti i significati esposti, allude al Cosmo e all'intenzione primaria che lo sostiene, alla Vera Entità, alla Legge Universale, all'Ente Supremo. Il devoto del Sutra del Loto, dunque, può dirsi un Iniziato, un Risvegliato o, in altre parole, un individuo dedito all'approfondimento dell'autoconsapevolezza, che percepisce la profonda unità che esiste fra lui stesso come individualità, gli altri esseri e la Vita, il Tutto.
La frase di Nichiren, secondo la mia interpretazione, vorrebbe esprimere questo: l'individuo sulla Via di Mezzo fonda il suo viaggio sulla Legge che va oltre le apparenze e basa la sua meditazione su di essa; ogni manifestazione universale non è che un fenomeno secondario rispetto a questa Legge, a questa Vera Entità. Per questo motivo i fenomeni possono cambiare e stravolgersi, possono essere imprevedibili o impermanenti, ma il legame con il Sè - ormai instauratosi nella pratica del "devoto del Sutra del Loto" - rimane immutabile, nulla può distruggerlo, perché si tratta del prodotto di una crescita coscienziale, di una evoluzione. La "preghiera" del devoto, inoltre, non essendo per ciò stesso vincolata al mondo delle apparenze, essendo una richiesta dotata di integrità e di apertura interiore, non può rimanere senza una risonanza profonda, non può non ricevere una risposta: il legame con l'Assoluto, alla base del concetto stesso di religio, non è mai a senso unico, perché quando l'individuo si volge sinceramente al Tutto, contemporaneamente il Tutto viene incontro all'individuo, come accade in uno specchio - lo specchio del Sè, del Vero Io.

1 commento:

Unknown ha detto...

spiegazione molto utile e interessante, grazie 🙏